Ingiustamente associato al "terrorismo", sottoposto per otto anni dal governo svizzero a sanzioni arbitrarie del Consiglio di Sicurezza, l’ingegnere Youssef Nada ha lottato coraggiosamente per la giustizia. Il comitato per le sanzioni dell’Onu ha dovuto finalmente battere in ritirata: il 23 settembre 2009, ha dovuto infatti ritirare il nome di Nada e quella della sua azienda dalla lista degli indagati di associazione con il terrorismo. Tuttavia, se la grande vittoria che Nada ora finalmente incassa gli rende l’onore e pone termine alle sofferenze e alle umiliazioni patite, la sua battaglia contro gli intriganti, il cui comportamento inqualificabile ha aggravato il suo caso, è non ancora completata.
Nella foto, Youssef Nada, a casa, il 24 settembre 2009 (foto di Carlo Silini)
Questa è una notizia importante che smentisce tutte le calunnie riversato sull’ing. Nada, a partire dal 1997, cui non abbiamo mai creduto [1].
Dove sono oggi i giornalisti di investigazione del quotidiano ginevrino Le Temps, della Télévision Suisse Romande, del Corriere della Sera, [2] che hanno notevolmente contribuito a diffamare quest’uomo, a disonorare la sua famiglia, i suoi colleghi, i suoi amici, e a distruggere la sua vita?
Tutte queste menzogne diffuse per anni erano destinate a screditare i musulmani e la Fratellanza musulmana, in particolare, di cui il signor Nada è un membro di spicco.Tutto ciò nel quadro della demonizzazione antiaraba e antimusulmana alimentata, a partire dagli anni ’90, dai servizi di informazione israeliani, con l’appoggio di quelli occidentali, come la DGSE francese.
Oggi la decenza vorrebbe che i dirigenti dei media che hanno diffamato il signor Nada, gli chiedano scusa e raccontino ai loro lettori il rammarico per aver causato tanta sofferenza inutile a lui ed alla sua famiglia.
Silvia Cattori
Traduzione (25.09.2009):
http://www.cpeurasia.org/?read=34186
Testo originale in francese (24.09.2009):
http://www.silviacattori.net/article966.html
[1] Vedi: “L’incredibile storia di Youssef Nada”, di Silvia Cattori, silviacattori.net , 18 agosto 2008.